Quando si parla di dati bancari come il proprio IBAN, il livello di attenzione che bisogna mantenere è molto alto. Negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo di truffe sui bonifici e di frodi digitali che vedono proprio nell’utilizzo fraudolento degli IBAN uno degli strumenti prediletti dai criminali. La tendenza preoccupante di questi raggiri ha spinto istituzioni bancarie e normative europee a introdurre nuovi sistemi di tutela, ma nonostante ciò la vigilanza individuale resta fondamentale.
Come agiscono i truffatori con il tuo IBAN
Molte persone credono, erroneamente, che fornire il proprio IBAN sia innocuo, poiché si tratta di un dato normalmente necessario per ricevere pagamenti. Tuttavia, se finisce nelle mani sbagliate, può essere sfruttato per orchestrare truffe ai danni tuoi o di terzi. Ecco i principali modi in cui i truffatori utilizzano l’IBAN:
- Sostituzione dell’IBAN nelle comunicazioni: In contesti aziendali e tra privati, i criminali possono intercettare lo scambio di email o documenti e inserire un IBAN diverso, magari quello di un loro conto controllato. Questo metodo è diffuso soprattutto nella truffa della variazione IBAN, dove si inviano comunicazioni che sembrano provenire dal vero fornitore, ma hanno coordinate bancarie fasulle. Se la vittima non verifica attentamente, il pagamento finirà direttamente ai truffatori invece che al reale beneficiario.
- Phishing e ingegneria sociale: L’IBAN viene spesso abbinato ad altre informazioni personali ottenute tramite raggiri, come finte email da parte della banca o telefonate sospette (spoofing). I malintenzionati possono usare questi dati per convincere la vittima a svelare dettagli ancora più sensibili, come le credenziali di accesso all’online banking, rendendo possibile il furto diretto dal conto.
- Emissione di false fatture e comunicazioni: Ai danni di aziende e professionisti, l’IBAN rubato viene utilizzato per produrre false fatture o altre richieste di pagamento che sembrano ufficiali. Chi riceve queste comunicazioni, convinto dell’autenticità, effettua il bonifico all’IBAN manipolato, generando perdite non sempre recuperabili.
- Truffe a catena: Ottenendo l’IBAN e presentandosi come il reale intestatario, i truffatori possono contattare altri clienti, fornitori o amici della vittima e chiedere pagamenti su conti diversi o sull’IBAN “rubato”, coinvolgendo altre persone nelle truffe e aggravando le conseguenze economiche e reputazionali.
Danni potenziali e rischi associati alla diffusione dell’IBAN
La maggior parte degli utenti commette l’errore di sottovalutare cosa possa fare un truffatore con il semplice IBAN. È fondamentale chiarire che il possesso del solo IBAN non consente di prelevare direttamente denaro dal conto della vittima senza il consenso dell’intestatario. Tuttavia, il vero rischio è indiretto e riguarda:
- Danneggiamento economico di terzi: Persone o aziende possono essere ingannate nel versare somme verso l’IBAN sbagliato, credendo in buona fede di pagare il fornitore corretto. I fondi trasferiti in questi casi spesso non sono immediatamente recuperabili, specie se il truffatore ha prelevato o trasferito il denaro rapidamente.
- Danni reputazionali: Se il proprio IBAN viene utilizzato per frodare altri, la reputazione della vittima può essere compromessa. Clienti, fornitori o partner possono credere che la stessa persona sia coinvolta nella truffa o non si sia protetta adeguatamente, minando la fiducia nei rapporti futuri.
- Falsificazione documentale: Alcuni criminali arrivano a falsificare interamente documenti commerciali (come fatture elettroniche) inserendo IBAN rubati per simulare transazioni legittime. Questa manipolazione rende difficile capire dove sia avvenuto l’errore e può complicare ulteriormente il recupero delle somme perse.
Nuove regole di sicurezza: cosa cambia dal 2025
L’aumento delle frodi bancarie ha dato origine a nuove disposizioni europee, la più significativa in vigore dal 9 ottobre 2025: le banche dovranno verificare in tempo reale la corrispondenza tra IBAN e nominativo del beneficiario per ogni bonifico, tradizionale o istantaneo. Questo controllo è progettato per bloccare automaticamente il trasferimento di denaro risultante da truffe in cui i dati del destinatario appaiono manipolati o non coerenti.
Quando si inseriscono IBAN e nominativo, il sistema bancario confronterà le informazioni con i dati effettivi registrati dal prestatore di servizi di pagamento del beneficiario. In caso di incongruenze, la banca informerà subito il cliente, che avrà così la possibilità di rifiutare o verificare ulteriormente la destinazione dei fondi.
Cosa comporta questo controllo?
- Maggiore tutela per privati e aziende: Il nuovo meccanismo riduce drasticamente la possibilità che bonifici vengano indirizzati verso conti truffaldini a causa di errori o manipolazioni intenzionali.
- Necessità di accuratezza nei dati: È importante che i dati intestatario e IBAN siano riportati senza errori in tutti i sistemi aziendali e nei rapporti con clienti e fornitori. Diversi caratteri o riferimenti anagrafici errati possono generare avvisi di incongruenza, rallentando le transazioni ma proteggendo da potenziali frodi.
Come proteggersi dalle truffe IBAN: consigli pratici
- Verificare sempre la provenienza delle richieste di pagamento: In presenza di comunicazioni anomale o cambi improvvisi di coordinate bancarie, contattare telefonicamente l’ente, il fornitore o il partner per sincerarsi che la variazione sia reale e non opera di malintenzionati.
- Mai condividere l’IBAN su canali poco sicuri: Evitare l’invio di dati bancari tramite chat (come WhatsApp), email non protette o piattaforme sconosciute. I criminali sfruttano la scarsa sicurezza di questi ambienti per appropriarsi facilmente delle informazioni sensibili.
- Mantenere aggiornati i sistemi informatici: Utilizzare sistemi di posta elettronica sicuri e tenere aggiornati antivirus e firewall contribuisce a ridurre il rischio di infezioni malware e intercettazioni delle comunicazioni, particolarmente nelle aziende.
- Non fornire mai ulteriori informazioni tramite email o telefono in seguito a richieste sospette: Nessuna banca o operatore serio richiede le tue credenziali via telefono o email. In caso di tentativi di phishing, ignorare la richiesta e segnalare l’accaduto all’istituto di credito e, se necessario, alle autorità.
- Controllare periodicamente le coordinate bancarie di clienti e fornitori: Un controllo puntuale aiuta a identificare eventuali modifiche sospette o non autorizzate, impedendo il successo delle truffe prima che si verifichi un danno economico.
- Utilizzare sistemi di verifica interni (“IBAN check”): In ambito aziendale, è utile chiedere periodicamente a dipendenti e collaboratori di riconfermare e aggiornare le loro coordinate bancarie per evitare errori o manipolazioni.
Pur essendo l’IBAN un dato generalmente utilizzato per ricevere denaro, la sua raccolta e diffusione senza le dovute cautele può esporre a una vasta gamma di rischi, soprattutto se combinata con altre informazioni personali. Il quadro regolamentare offre nuove garanzie, ma solo un comportamento consapevole e attento consente di evitare le insidie sempre più sofisticate del cybercrimine moderno.








